Mamma era finalmente riuscita a lasciare i bambini all'asilo, quando dopo nemmeno due ore le squilla il telefono.
"Frau brambillen, sono la maestra di Dede. Ecco, Dede...bzbzbzbzb... testa... bzbzbbzzb... non mangia...bzbzbz... vuole venire lei oppure... bzbzbzb?"
"Ehm... non ho capito proprio bene bene bene... Dede è malato?"
"No, non è malato! Bzbzbzbzb! Capisce? Bzbzbzbzbz!"
"Veramente no... Ma io intanto devo venire?"
"Si, brava! Venga subito."
Mamma chiude. Con tutta calma mette le scarpe e sale in macchina. Tanto Dede non è malato.
Ma nel tragitto si sveglia il neurone materno, quello foriero di ansia e paranoie, quello che è la rovina di tutte le mamme portatrici di corredo genetico italiano.
"Dove vai così lenta e tranquilla, snaturata! E se è caduto? Ha detto testa, sarà precipitato dallo scivolo a testa in giù?"
Il sangue le va alla testa.
Oddio oddio oddio cosa sarà successo? Non ha detto "morto", non ha detto "ospedale"... "Sei proprio sicura che non l'abbia detto?" continua il neurone impazzito, gettandola nel panico.
Intanto il limite di velocità, quotidianamente rispettato, va a farsi benedire.
Mamma già immagina un bambino agonizzante, senza denti per la caduta, in un lago di sangue. E magari nel frattempo sta esalando l'ultimo respiro!
Scende dall'auto e corre tutto d'un fiato verso l'asilo.
Dede è vivo, e gioca nella classe del fratello con gli occhi lucidi di pianto.
Ha anche tutti i denti.
"Mamma! Lo sai che ho fatto la cacca?" grida felice Macco appena la vede.
"Mamma! Lo sai che mi sono fatto male?" piagnucola Dede.
"Forse ha battuto la testa..." dice la maestra con gli occhi apprensivi.
"Dede hai battuto la testa?"
"No, il ginocchio" risponde mostrandole un ematoma blu.
"Forse non se lo ricorda più..." azzarda la maestra preoccupata (ma allora il neurone impazzito non è prerogativa soltanto italiana!)
"Non ha mangiato" continua la maestra
"Perchè non hai mangiato?"
"Perchè era una schifezza!"
Mamma vede passare il carrello del pranzo: tortellini annegati in una salsona bianca con cubetti di carote e qualcos'altro galleggiante. Comprende perfettamente.
"Se vomita lo porti dal dottore mi raccomando!" conclude la maestra con la voce che trema.
"No, dai, non facevano così schifo i tortellini", vorrebbe risponderle lei. Ma (per fortuna?) non saprebbe come dirlo.
Mamma prende entrambi i bambini e li riporta a casa.
Sulla strada, sollevata, ripensa alla catena di incomprensioni che si è creata.
Per la prossima volta che la chiameranno, avrà imparato a memoria tutta la terminologia medica di emergenza.
E la prossima volta che la chiameranno, si farà passare il bambino.
Che è meglio.